La Storia

Copertina del libro "Ortensio Targa"

Alcune testimonianze e documentazioni fanno risalire la coltivazione della Cipolla di Suasa, nel Comune di Castelleone di Suasa e nel Comune limitrofo di San Lorenzo in Campo, ai primi del ‘900, tanto che, è valso ai suoi abitanti il nome di “cipollari”. 

Ma, secondo una ricerca dello storico/scrittore Renzo Fiorani, questo pregiato bulbo, sarebbe stato coltivato nel nostro Comune alcuni secoli prima.

Nel raccogliere il materiale sulla Famiglia Brunacci di Castelleone di Suasa è emerso che, il ramo Pisano dei Brunacci, coltivava le cipolle, con cui ha iniziato un impero economico, tanto da inserire sullo stemma "tre cipolle".

Stemma araldico dei Brunacci, ramo Pisano

Nel nostro Comune, come attesta Fiorani, è vissuto un Paolo Brunacci che il 24 settembre 1772 ha donato un terreno nella zona di San Martino per l'erezione di una Cappellania e per il mantenimento di un sacerdote.

Il materiale già acquisito da Fiorani, per scrivere un testo dedicato a "I Brunacci Castelleonesi e la Cipolla di Suasa", ci fanno presupporre della parentela con il ramo Pisano dei Brunacci e quindi, è lecito pensare che la coltivazione delle cipolle era nota, nel nostro Comune, sin dal XVIII° secolo.

Locandina

Ulteriori informazioni ci arrivano grazie ai sette pannelli illustrativi che il Consorzio Città Romana di Suasa ha predisposto in occasione della XIX edizione della "Festa della cipolla di Suasa", dell'1 e 2 Settembre 2018 e che oggi, si trovano all'interno delle sale espositive del Museo Archeologico "A. Casagrande", dove sono possibili ammirarli in una mostra allestita, dal titolo: "LA CIPOLLA: UNA STORIA LONTANA", percorso illustrativo che mette in evidenza alcuni degli aspetti storico-culturali relativi alla cipolla nell'antichità.

Tutti i pannelli contengono delle vere e proprie "sorprese" interessanti da visionare e leggere!

Pannello n. 1

Intitolato: "La cipolla. Una storia lontana";

Pannello n. 2

intitolato: "La Coltivazione della cipolla in età romana"

Pannello n. 3

Intitolato: "La cipolla tra quotidianità e rituale"

Pannello n. 4

Intitolato: "L'uso medicinale della cipolla nell'antichità"

Pannello n. 5

Intitolato: "L'uso medicinale della cipolla nell'antichità"

Pannello n. 6

Intitolato: "L'uso alimentare della cipolla in età romana"

Pannello n. 7

Intitolato: "La cipolla. Alcune ricette del passato"

(Da uno scritto di Adriana Pasqualini)

Gli Anziani raccontano che questo tradizionale prodotto della terra, da sempre presente negli orti e sulle tavole dei castelleonesi, non è stato sempre così tanto esaltato e preservato come oggi: per i contadini di un tempo era semplicemente “la cipolla nostrana” (nostrale) quella che in casa c’era sempre. Questa specifica qualità di tubero nella zona di Castelleone non era una primizia, bensì la cipolla che ogni abitante che avesse un fazzoletto di terra produceva con il seme conservato dall' anno precedente.
Essendo Castelleone di Suasa anche zona di ortolani, a raccolto pronto essi si recavano ai mercati mettendo ben in evidenza questo tubero rosaceo, prodotto povero ma dalle grandi qualità. Nelle giornate di fiera ne cantavano le lodi in lungo ed in largo, riuscendo con non poche capacità affabulatorie a venderne anche diversi quintali in un solo giorno.
I mercati dell’entroterra e della costa venivano invasi di trecce di cipolle e le signore castelleonesi ai banconi oltre ad invitare all’ acquisto indicavano agli acquirenti anche metodi di conservazione, e cosa molto più importante, elargivano decine di ricette su come cucinare il prezioso tubero con la promessa che avrebbe esaltato qualsiasi piatto.
Purtroppo con gli anni, invece di incrementare la sua produzione, faticosa, lunga e non sempre soddisfacente, la cipolla di Suasa venne soppiantata dall’utilizzo di bulbi non autoctoni pronti alla semina, che in pochi mesi potevano dare frutto con minore impegno e maggior resa.
Ma i castelleonesi, da sempre attaccati alle tradizioni, non hanno mai smesso di piantarla e di utilizzarla sulle loro tavole: addirittura le famiglie emigrate che d'estate rientravano in paese, non se ne tornavano mai a casa senza qualche bella treccia di cipolla da consumare nell' anno seguente.
Questo per quanto riguarda il passato. Oggi grazie all’ impegno delle Associazioni e delle Amministrazioni che si sono avvicendate, c’è stato un grande rilancio della cipolla di Suasa sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Oltre a ciò c’è stato un grande impegno nella divulgazione, attraverso la festa e numerosi convegni, delle molteplici proprietà benefiche della cipolla suasana e della sua grande versatilità in cucina.
Oggi la cipolla di Suasa è un prodotto riconosciuto ed apprezzato nel settore gastronomico marchigiano ad altissimi livelli, e la potete trovare nei menù di molti ristoranti stellati che sono orgoglio e vanto della nostra regione.

Semina a mano della Cipolla di Suasa

Nel dopoguerra i coltivatori di cipolle erano 24 a Castelleone di Suasa e ben 36 a San Lorenzo in Campo; lo sappiamo perché sono stati elencati, nel libro di Luigi Speranzini "Cipolle e Cipollari, un viaggio nella memoria" (da pag. 30 a pag. 32).

Per contrastare la politica agricola dell'Unione europea, essendo quella italiana in condizioni nettamente svantaggiata, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha deciso di puntare su settori di nicchia, valorizzando i prodotti tradizionali in cui prodotti agricoli o dell'allevamento vengono lavorati secondo antiche ricette ed inseriti nei P.A.T. (Prododtti Agroalimentari Tradizionali).

Su proposta della Regione Marche, la cipolla di Suasa, venne inserita al n. 67, come prodotto vegetale allo stato naturale o trasformato, modificato, successivamente al n. 66 con la XV^ revisione del 2015 e tutt'ora, nella stessa posizione nella XVIII^ revisione del 2018.

Logo dell'Assam

Nel 1999 le Amministrazioni Comunali di Castelleone di Suasa e San Lorenzo in Campo, con il contributo della Provincia di Ancona e dell’agenzia ASSAM, hanno iniziato un programma di riscoperta, valorizzazione e divulgazione di questo prodotto tipico, coinvolgendo l’Istituto Sperimentale Statale di Monsampolo del Tronto, che ha provveduto alla selezione genetica del seme per individuare l’ecotipo originale e per migliorare la qualità del bulbo.

Dallo stesso anno, l’Associazione Turistica ProSuasa ha portato alla conoscenza del pubblico questo prodotto riscoperto, organizzando l’annuale Festa della Cipolla.